In garage:

Yamaha Fazer 600 – anno 2004

Cosa ci vorrei mettere:

Ducati Multistrada 1200 T

Marco Colitto

GSSS Team – Istruttore IGTS

-Ciao a tutti, mi presento: mi chiamo Marco, ho 47 anni e sono di Roma.
È un freddo e piovoso sabato mattina di febbraio 1999. Lei è lì, verde, splendente, enorme (almeno per me), con tanto di bauletto posteriore e valigie laterali rigide. È la mia prima moto e i pochi chilometri che separano il concessionario da casa mia saranno anche i miei primi chilometri su una motocicletta. Neanche a farlo apposta piove e lui, il concessionario, mi fa del sano terrorismo psicologico (“Attenzione! Le gomme sono nuove e incerate. Se ci fosse stato il sole ti avrei detto di fare attenzione e andare piano, ma, visto che piove…come sulle uova!”) che naturalmente sortisce l’effetto da lui sperato: concessionario-casa, distanza totale km. 5, tempo netto minuti 20, media complessiva 15km/h! Mentre sono lì, concentratissimo per cercare di rimanere in piedi, inzuppato dall’acqua piovana, sudatissimo per la paura di cadere, mi viene naturale ricordare che solo fino a qualche mese prima ritenevo che i motociclisti dovessero essere una razza particolare, se non proprio di cretini almeno di gente molto, ma molto masochista. Il dubbio di aver avuto ragione si insinua perfidamente nella mia testa in quei pochi, lunghi chilometri. Il dubbio, poi, si tramuta quasi in certezza quando, arrivato finalmente sano e salvo nel garage di casa, nel cercare di aprire la stampella laterale perdo la presa con il piede a terra e la moto, lentamente ma inesorabilmente, comincia la sua discesa verso terra, arrestata solo dalla valigia laterale. Ecco in poche riga il giorno della mia nascita, della mia prima apparizione nel modo delle due ruote.
Negli anni successivi, fino al 2005, come “motociclista fai-da-te” ho percorso più di 50.000 chilometri, equamente distribuiti tra viaggi e trasferimenti cittadini, vivendo, credo, molte delle normali esperienze di ogni motociclista (incidenti, scivolate, temporali, ghiaccio sulla strada, ostacoli e automobilisti distratti da evitare) cavandomela sempre senza conseguenze fisiche, ma quasi esclusivamente per merito della fortuna: sentivo, infatti, che il più delle volte il vero passeggero ero proprio io!
Così, quando nel 2005 ho letto su una rivista che Curve&Tornanti e la FMI organizzavano corsi di Guida Sicura Su Strada, non ho perso tempo e mi sono subito iscritto. E dopo il primo, in due anni, sono seguiti altri cinque corsi: tre a Polcanto, uno “On Tour” sulle Alpi e uno “On-Off”, sempre a Polcanto.
Poi, quando nel 2008 stavo già pianificando il settimo, sono stato invitato a partecipare al corso per diventare Istruttore di Guida Sicura su Strada e sono entrato a far parte del GSSS-Team.
A Polcanto non si insegna solo la posizione in sella, l’utilizzo dei comandi, le migliori e più sicure traiettorie da seguire su strada, ossia, in breve, la tecnica di guida (e già questo non sarebbe poco, considerato che per prendere la patente A basta saper fare una frenatina, un otto e non cadere mentre si fa un giro-in-giro in città). A Polcanto si cerca di trasmettere uno “stile di guida” basato sulla consapevolezza e sul rispetto: consapevolezza della propria moto e delle proprie capacità, rispetto per le proprie paure, rispetto, quindi, per sé e per gli altri, perché se la moto “è il gioco più bello”, come tutti i giochi ha delle regole che vanno rispettate. Il tutto condito dalla genuina allegria, dalla grande passione e dal coinvolgente entusiasmo che tutti gli istruttori del GSSS Team riescono a trasmettere.
Sono veramente onorato e orgoglioso di essere parte di GSSS Team e di questo progetto.
Lampeggi a tutti, a presto on the road e ricordate: in pista si corre, su strada si… scorre!